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L’eterno stigma sociale: l’interruzione volontaria di gravidanza e il dolore negato 

L’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è una scelta complessa, segnata da conflitti interiori e stigma sociale. Spesso vissuta come un lutto silenzioso, porta con sé emozioni profonde che meritano ascolto e comprensione. In questo articolo affrontiamo il peso emotivo dell’aborto, le sue conseguenze psicologiche e l’importanza di un supporto adeguato.
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La scelta di sottoporsi a un’interruzione volontaria di gravidanza non deve essere sinonimo di imprudenza o irresponsabilità. I pregiudizi che l’aborto si porta con sé rischiano di mettere in secondo piano le emozioni provate dalla donna, spesso paragonabili a quelle tipiche di un lutto.

Aborto: tra conflitto interiore e stigma sociale 

L’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), per quanto espressione di una libera scelta, non è sinonimo di leggerezza o superficialità. Molto spesso la decisione di ricorrere all’aborto è preceduta da una lunga analisi, da un’attenta valutazione delle alternative e da un conflitto interiore aggravato dallo stigma sociale, che la decisione di abortire porta ancora con sé. 

Quindi, la gran parte delle donne che scelgono di porre fine a una gravidanza, è pienamente consapevole dell’importanza del gesto che sta per compiere e si avvicina a questo momento con timore e preoccupazione. 

Il carico emotivo che grava su chi sceglie di praticare un’IVG è riscontrabile soprattutto dopo l’intervento chirurgico. Secondo la ricerca in psicologia clinica, il dolore provato è sovrapponibile a quello vissuto in seguito a un lutto o una perdita, anche nel caso di un aborto indotto.

Interruzione volontaria di gravidanza: un lutto silenzioso

L’esperienza, invece, può lasciare nella donna una ferita profonda non rimarginabile anche dopo molto tempo. 

Spesso alle persone che scelgono di abortire, viene negata la possibilità di provare le emozioni legate all’esperienza del lutto, come piangere e soffrire. Non viene dato loro lo spazio di esprimere questi sentimenti, né si cerca di comprenderle fino in fondo. Probabilmente perché, da una parte, si sottovalutano gli effetti di un aborto sulla psiche, dall’altra, lo si ricollega esclusivamente a una libera decisione priva di conseguenze dolorose.

Quali sono i sintomi psichici e psicosomatici?

Le emozioni originate da un aborto indotto, tra cui il grande senso di colpa, possono essere segno di una sindrome che rientra nei disturbi post-traumatici da stress. Le possibili conseguenze sono ansia, depressione, disturbi della sfera affettiva e della relazione sessuale. 

È piuttosto frequente la possibilità di rivivere l’evento tramite flashback e pensieri intrusivi, causata dagli sforzi che la donna può aver compiuto per cercare di cancellare i ricordi più dolorosi. 

Aborto come esperienza intima

L’aborto è un’esperienza vissuta perlopiù intimamente. La scarsa opportunità di condividere il vissuto con altre persone è dovuta, ad esempio, al timore di giudizi frettolosi e paternalistici.

Molte donne che hanno affrontato l’IVG raramente ne parlano, perché si tratta di un evento attorno a cui ruotano molti pregiudizi sociali, soprattutto se si tratta di un aborto chirurgico, meno sdoganato di quello farmacologico. Il più delle volte, si crea una sorta di vuoto di comunicazione che porta le donne a relegare quanto accaduto nell’inconscio. Di conseguenza, il lutto non viene espresso pienamente e sarà elaborato con maggiore difficoltà.  

Vita o morte?

Quando parliamo di lutto, dobbiamo ricordare che l’IVG nasconde un’antica dicotomia che attraversa la storia della donna nei secoli: la scelta tra la vita e la morte. Questo è uno dei più grandi assi dimensionali con cui si confronta la psiche umana. 

La morte legata a un aborto è definita “senza lutto” perché, generalmente, si parla di morte solo se preceduta da una nascita e da uno sviluppo. Nel caso di un’IVG, le due polarità dell’essere umano si fondono nello stesso evento.

L’aborto in psicoterapia 

Per quanto detto in precedenza, il lutto derivato da un’interruzione volontaria di gravidanza può essere molto complicato da risolvere in psicoterapia

Occorre che lo psicologo si prenda cura della paziente e la accompagni nell’elaborazione dell’esperienza vissuta. Può essere un valido aiuto l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), tecnica che aiuta tantissimo nel superamento delle sensazioni di impotenza e vulnerabilità scaturite da un trauma.

Se hai bisogno di un supporto, non esitare a contattarmi

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