La Messy Art è l’arte del disordine, ovvero l’arte di creare immagini entrando in contatto con la propria intuizione, assecondando la natura delle forme spontanee e servendosi di tutto ciò che accade tra l’artista e i materiali artistici.
Le immagini mentali
Noi esseri umani pensiamo, agiamo e sogniamo principalmente costruendo immagini mentali che ruotiamo, espandiamo e modifichiamo a piacere nella nostra fantasia. Le immagini mentali sono ‘figurazioni’ all’interno della nostra mente che generano un’esperienza simile al ‘vedere’, anche in assenza di corrispondenti stimoli visivi.
In psicoterapia, per esempio, esistono le tecniche di “immaginazione guidata”, in cui il paziente viene guidato nella creazione di immagini che possono essere utili a fini terapeutici, ad esempio quella di un luogo che infonde un senso di pace e sicurezza. Ma cosa succede quando sono proprio gli stimoli visivi a permettere di accedere alla nostra fantasia e al nostro mondo interno?
L’anticipazione di Leonardo
Leonardo da Vinci nel suo Trattato di pittura (1498) suggeriva agli studenti di ispirarsi alle forme casuali dell’esistenza per risvegliare la propria creatività. “Non disprezzare questo mio parere, nel quale ti si ricorda il fermarti alcuna volta a vedere nelle macchie, de’ muri, o nella cenere del fuoco, o nuvoli o fanghi, troverai invenzioni mirabilissime, che destano l’ingegno del pittore a nuove invenzioni sì di omponimenti di battaglie, d’animali e d’uomini.. perché nelle cose confuse l’ingegno si desta a nuove invenzioni.”
Leonardo sollecitava i suoi allievi a prendere spunto da qualsiasi forma evocativa presente in natura per lasciare andare la creatività in altre direzioni. In altre parole, più di 500 anni fa Leonardo aveva già anticipato la Messy Art, tecnica molto cara ad ogni arteterapeuta.
L’origine della Messy Art
Nell’arteterapia ci si sottrae dalla responsabilità di immaginare solo ciò che è possibile e fattibile. “La capacità di vedere le cose in modo nuovo è vitale ai fini del processo creativo e ciò si fonda sulla disponibilità a mettere in discussione ogni assunto, uno per uno” scrive lo psicologo Daniel Goleman (Lo spirito creativo, Bur).
Le macchie sui muri, gli incidenti di percorso, gli scarti dei dipinti, le cancellature e gli scarabocchi, spesso realizzati a margine dei libri o quando si è al telefono, possono diventare il pretesto e l’espediente per cominciare a esprimersi, superando i propri blocchi inibitori.
Nella Messy Art ci si appropria del foglio e delle sensazioni a esso legate, senza idee precostituite, assecondando le forme, i colori e le immagini che emergono spontaneamente alla coscienza. Ciò non sarebbe possibile senza attivare gli “stati soglia”, ossia le modalità di pensiero fluttuanti come l’ascolto interno, le fantasticherie e i sogni.
Cos’è la Messy Art?
Il cuore della Messy Art consiste nell’incoraggiare l’individuo a vivere un’esperienza “estetica ed estatica” che non deve essere precisa e squadrata, né “esteticamente accettabile”, ma deve permettergli di lasciarsi andare.
Ad esempio, l’arteterapeuta potrebbe disegnare uno scarabocchio e invitare il paziente a proseguirlo, liberando la propria intuizione e fantasia, oppure potrebbe partire da un ritaglio di giornale, e lasciare che il paziente tragga ispirazione per “continuare l’opera” e andare nella direzione che preferisce. Come diceva Marc Chagall, “Tutto il nostro mondo interiore è realtà, forse persino più reale del mondo esterno”.
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